Ancora una volta il volano di crescita per le aziende italiane non può che essere l’internazionalizzazione. Vendere sui mercati esteri non è infatti solo una questione di aumento di fatturato ma è un processo esperienziale per l’intera organizzazione aziendale volta a far crescere il volume d’affari, le competenze e l’efficienza interna.

Fortunatamente, tale consapevolezza non è solo delle aziende o degli operatori del settore export ma lo è anche dei nostri governanti. I quali hanno ben compreso come un paese dotato di una struttura produttiva aperta ai mercati esteri consente una maggiore reattività alle crisi economiche e sanitarie ma anche una maggiore diversificazione dei rischi.

Per tale ragione oggi voglio parlare del nuovissimo patto per l’export presentato dal Ministro degli Esteri. Tale programma di investimenti dovrebbe ammontare ad una cifra complessiva di circa 1.4 miliardi di euro.

Il piano di sviluppo si basa su sei pilastri che vanno dalla Comunicazione e re-branding nazionale, formazione ed informazione, l’e-commerce, il sistema fieristico, la promozione integrata e la finanza agevolata.

Ma come saranno suddivisi i 1.4 miliardi? Dal piano si legge che 361 milioni di euro saranno destinati all’ICE per lo sviluppo del Piano Straordinario per il Made in Italy, 600 milioni per il rifinanziamento del Fondo 394/81 (Fondo rotativo per l’internazionalizzazione), 300 milioni per il rifinanziamento della componente a fondo perduto del Fondo 394/81, 82 milioni per le attività di promozione integrata ed il piano di comunicazione, 30 milioni per un nuovo bando per il Temporary Export Management e Digital Export Management, 8 milioni per la rete delle camere di commercio italiane nel mondo.

Le opportunità del nuovo patto per l’export potranno essere colte solo se le aziende saranno pronte ad un cambio di mentalità e di approccio verso i mercati. Da tale punto di vista è fondamentale un cambio rispetto all’idea stessa di export ed investimento. È importantissimo guardare ad un processo di internazionalizzazione come ad un progetto di investimento e non solamente alla singola vendita. Sarà necessario essere pro-attivi, lottare per conquistare nuovi mercati e nuovi clienti. Essere disposti a considerare le preferenze del mercato come prioritarie rispetto ai propri punti di vista e desiderata.

Solo chi avrà il giusto set mentale, potrà affrontare il prossimo periodo strutturandosi con professionalità e strumenti specifici. E-commerce, ma anche presenza sul web ed utilizzo spinto delle nuove tecnologie, aumento delle risorse in comunicazione (se non facciamo sapere al mondo che siamo i migliori come faranno a sceglierci?), utilizzo di strumenti all’avanguardia come banche dati intelligenti, assicurazione sul credito, conoscenza dei contratti internazionali e degli incoterms, nonché delle forme di pagamento internazionali. Questi sono solo alcune delle nozioni e degli strumenti che le aziende devono possedere e padroneggiare per poter primeggiare sui mercati internazionali.

Se sei curioso di guardare il contenuto del patto per l’export scarica subito la tua copia.